Silvano Fuso

SCIENZA E FILOSOFIA

Le implicazioni filosofiche delle scoperte scientifiche

Testo in formato .rtf, carattere Times New Roman 12, pagine 72, 6 figure


INDICE

INTRODUZIONE

1--SCIENZE LOGICHE E MATEMATICHE

1.1--MATEMATICA E LOGICA PRIMA DEL 1830

1.2--LE GEOMETRIE NON EUCLIDEE

1.3--LA LOGICA E I SUOI SVILUPPI NOVECENTESCHI

1.4--CATASTROFI E FRATTALI

RIFERIMENTI

2--SCIENZE FISICO-CHIMICHE

2.1--IL MECCANICISMO OTTOCENTESCO

2.2--CRISI DELLA CONCEZIONE MECCANICISTA

2.3--LA RELATIVITÀ

2.4--LA MECCANICA QUANTISTICA

2.5--LA TERMODINAMICA DI NON EQUILIBRIO

2.6--DINAMICA DEI SISTEMI CAOTICI

2.7--FISICA DEI SISTEMI STRUTTURALMENTE COMPLESSI

2.8--TEORIE COSMOLOGICHE

RIFERIMENTI

3--SCIENZE BIOLOGICHE

3.1--SINGOLARITÀ DEI SISTEMI VIVENTI

3.2--INTERPRETAZIONI VITALISTICHE E MECCANICISTICHE

3.3--TEORIE EVOLUTIVE

3.4--ECOLOGIA ED ETOLOGIA

3.5--LA GEOFISIOLOGIA

RIFERIMENTI

4--CIBERNETICA, SCIENZE DELL'INFORMAZIONE, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E TEORIA DEI SISTEMI

4.1--CIBERNETICA

4.2--SCIENZE DELL'INFORMAZIONE

4.3--INTELLIGENZA ARTIFICIALE

4.4--TEORIA DEI SISTEMI

4.5--IL PROBLEMA MENTE-CORPO

RIFERIMENTI

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA


INTRODUZIONE

Nella Grecia classica, scienza e filosofia non erano affatto distinte. Esisteva un'unica forma di sapere che includeva sia l'osservazione della realtà naturale, sia la riflessione razionale sulle problematiche tipicamente umane.

La separazione tra scienza e filosofia si verifica per la prima volta nel seicento. Galileo, con l'introduzione del metodo sperimentale, inventa una nuova forma di conoscenza, non filosofica, della realtà.

Dal seicento ad oggi la separazione tra scienza e filosofia si è fatta via via più marcata, fino a raggiungere, in anni recenti, toni di netta opposizione e conflittualità.

Da un lato una parte dominante del pensiero filosofico ha negato alla scienza qualsiasi valore conoscitivo, riconoscendole al massimo un valore di utilità pratica. Ad esempio, Benedetto Croce, tipico esponente di questo tipo di filosofia, nel 1951 così si esprimeva: "le scienze naturali e le discipline matematiche, di buona grazia, hanno ceduto alla filosofia il privilegio della verità, ed esse rassegnatamente o addirittura sorridendo confessano che i loro concetti sono concetti di comodo e di pratica utilità, che non hanno niente da vedere con la meditazione del vero"1. In un altro brano il filosofo abruzzese, citando un autore tedesco, paragona le scienze ad un "Kochbuch", cioè ad un libro di cucina, la cui utilità è solamente pratica.

D'altro canto molti scienziati hanno visto le speculazioni dei filosofi come vuoti verbalismi, assolutamente slegati da ogni realtà. Molti di questi scienziati hanno enfatizzato la scienza, assolutizzando il suo ruolo conoscitivo fino ad individuare in essa l'unica forma di sapere, degna di questo nome (scientismo).

Tra gli scienziati non sono mancati coloro che, pur riconoscendo il valore delle speculazioni filosofiche, non hanno risparmiato critiche, anche feroci, ai filosofi di professione. Ad esempio il fisico John Wheeler una volta affermò che "la filosofia è una cosa troppo seria per essere lasciata ai soli filosofi".

Un'analisi obiettiva, sganciata da ogni pregiudiziale di parte, dei rapporti tra scienza e filosofia non può che portare alla conclusione che entrambe rappresentano strumenti indispensabili per cercare di avanzare sulla lunga strada della verità. A questo proposito Albert Einstein, parafrasando una celebre affermazione di Kant, e riferendosi ad un particolare settore della filosofia, l'epistemologia, sostenne che "l'epistemologia senza contatti con la scienza diventa uno schema vuoto. La scienza senza epistemologia- se pure è concepibile- è primitiva e informe"2.

Scienza e filosofia, dunque, al di là di ogni contrapposizione ideologica, sono e devono essere complementari ed una proficua interazione tra scienziati e filosofi non può che essere di estrema utilità per entrambi.

Nel presente lavoro si cercherà di mettere in evidenza in che modo le conquiste della scienza possano mostrare una profonda valenza filosofica.

Al di là delle loro applicazioni pratiche, infatti, i risultati che la scienza produce vanno considerati per il contributo da loro fornito alla comprensione della realtà. Di conseguenza le loro implicazioni filosofiche sono inevitabili. Molti problemi tipicamente filosofici, dibattuti per secoli dall'umanità, acquistano necessariamente una nuova luce, di fronte agli sviluppi delle conoscenze scientifiche.

Senza alcuna pretesa di completezza, nei capitoli che seguono, si illustreranno alcuni dei risultati di diverse branche della scienza, particolarmente significativi dal punto di vista filosofico. Si esamineranno risultati delle scienze logico-matematiche, chimico-fisiche, biologiche, cibernetiche, informatiche e sistemiche, limitando al massimo gli aspetti più tecnici, per concentrarsi invece ad esaminare le idee di fondo che li caratterizzano.

L'obiettivo che l'autore si propone è quello di far apparire la scienza nella sua vera natura: non un arido tecnicismo, ma un ricco sistema di sapere finalizzato al soddisfacimento delle profonde domande che l'uomo da sempre si pone. In altre parole presentare la scienza non in contrapposizione alle discipline umanistiche, ma come parte integrante e irrinunciabile di un nuovo umanesimo, non fantasioso e illusorio, ma strettamente legato alla realtà.


RIFERIMENTI E NOTE

1) B. Croce, Indagini su Hegel e schiarimenti filosofici, Laterza, Bari 1967 (p.283);

2) Citato in: G. Holton, Gli scienziati hanno bisogno di una filosofia?, Il Mulino, Bologna 1993.


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